Catilinae coniuratione patefacta, Cato,
sententiam rogatus, in senatu inter alia
dixit:
"Per deos immortales, vos ego
appello,
qui semper domos, villas,
signa, tabulas vestras
dilexistis magis
quam rei publicae fortunam.
Expergiscimini aliquando. Non de
vectigalibus agitur, non de sociorum
iniuriis:
libertas et vita in summo
discriminae sunt.
Nolite existimare
maiores nostros armis
rem pubblicam
ex parva magnam fecisse.
Sed alia
fuerunt, quae illos magnos fecerunt:
domesticam adhibuerunt virtutem,
iustum imperium,animum liberum.
Nos
vero habemus luxuriam atque
avaritiam,
publicam egestatem,
privatam opulentiam;
divitias
laudamus, sequimur inertiam; inter
bonos et malos discrimen nullum.Apud
maiores nostros T.Manlius Torquatus
filium suum, quia is contra imperium in
hostem pugnaverat necari iussit. Vos
autem parricidas damnare dubitatis."
Svelata la congiura di Catilina, Catone,
chiedendo il parere, disse in Senato tra
le altre cose:
"Attraverso gli dei
immortali, chiamo voi
che avete
sempre amato le case, le ville, le
statue,
i vostri dipinti più della sorte
dello Stato.
Svegliatevi ogni tanto. Non
si agisce sulle tasse, non sulle offese
degli alleati:
sono in somma
discriminazione la libertà e la vita.
Non
pensate che i nostri antenati abbiano
reso con le armi lo Stato da piccolo a
grande.
Ma altre cose furono quelle che
resero costoro grandi: usarono la virtù
domestica,
il giusto impero, l'animo
libero.
Noi invece abbiamo la lussuria e
l'avarizia,
il potere pubblico, la
ricchezza privata;
lodiamo le ricchezze,
seguiamo l'inerzia, tra
i buoni e i cattivi
non vi è alcuna differenza. Presso i
nostri antenati Torquato ordinò che
suo figlio,
poiché quello aveva
combattuto il nemico
contro l'ordine,
fosse ucciso. Voi
invece dubitate di
condannare i parricidi"
L'anno corrente , la Stenografia compie anni. Frutto primigenio dello studio e della genialità di Cicerone e del suo liberto Tirone - furono essi che, dopo alcune riuscite sperimentazioni di ripresa "in simultanea" di discorsi forensi (tra cui, nell'anno 70 a. C., una ciceroniana "Oratio in Verrem" ), la inaugurarono felicemente il 5 dicembre del 63 a. C. nel Senato di Roma in occasione della pronuncia dell' arringa di Catone contro Catilina - arrivò col tempo a costituirsi quale modalità di sistematica raccolta, conservazione agli atti e pubblicazione integrale delle orazioni parlamentari. Ma la sua utilizzazione venne estesa a molti altri campi e, soprattutto, si ampliarono attraverso i secoli le sue finalità culturali e pratiche tanto che la Stenografia è venuta sempre più caricandosi di meriti nel campo della documentazione storica e della diffusione delle idee e dei saperi, senza contare l'impulso da essa conferito, in epoca contemporanea, agli studi di fenomenologia linguistica e all'attività pratica di resocontazione dei discorsi e della comunicazione multimediale. Lungo l'intero arco dei due ultimi secoli (Ottocento e Novecento), essa ha raggiunto una vera e propria "sublimazione": studiosi ed intellettuali di ogni categoria se ne sono avvalsi a livello professionale o di applicazione personale alle loro diverse aeree di attività, generazioni di studenti, apprendendola nelle scuole, hanno potuto, oltre che irrobustire la propria capacità ragionativa di astrazione ed elaborazione dei concetti, arricchire (o rifondare) il loro patrimonio di conoscenze linguistiche e di cultura generale, e infine si può dire che tutti gli scriventi dotati di abilità stenografica ne abbiano tratto grande giovamento facendone uso tanto nelle estemporanee annotazioni quanto nelle iniziali, calcolate stesure dei testi in composizione. Eppure, alla Disciplina stenografica, entrata da cinque lustri nel Terzo Millennio, occorre dare, oggi, una "ricollocazione" adeguata dal punto di vista della visibilità. Nella vetrina delle moderne metodologie di scrittura, si tende a mettere in disparte ciò che non ha il trade-mark computeristico o che non si allinei programmaticamente, in nome di una semplificazione tout court, alla produzione linguistica standardizzata, dimenticando l'idoneità della Steno - in quanto scienza linguistica - ad integrarsi sul piano della produzione testuale con procedimenti ed apparati di moderna concezione tecnologica. Si dà rilievo di primo piano al TAL - trattamento automatico della lingua (utile per la semplificazione del linguaggio burocratico o per le ordinarie e sbrigative contingenze comunicative) - ma non si prende in considerazione l'opportunità di contenere le derive lessicali e grammaticali che rischiano di condurre allo smantellamento dell'italiano, capolavoro assoluto tra le lingue mondiali e coscienza, per i popoli europei, di fondanti tradizioni civili e letterarie ereditate dalla latinità. Contro questo pericolo, e in nome di una consapevolezza che gli stenografi italiani sentono di dover continuare a trasmettere in ordine sia al valore ereditato che all'utilità dei contributi formativi e professionali offerti dalla loro Disciplina, si è costituito il 10 agosto a Roma, presso "Arco-Spazio", Via Monte Tesoro, l'Istituto Scientifico "Scripturae Munus" che ha già raccolto prestigiose adesioni ed attivato settori di studio e di ricerca per la promozione della Stenografia e delle Scritture affini. Ad uno di questi, contrassegnato dall' intitolazione "Propositio in media", afferisce il compito di curare l'informazione on line per gli utenti del presente sito. Prima, infatti, di presentare nel dettaglio gli scopi e l'articolazione dell'Istituto e di indicare la composizione del suo staff direttivo unitamente a quella del primo nucleo di collaboratori facenti parte del comitato scientifico e delle interne, specialistiche sezioni (questi ed altri dati saranno resi noti prossimamente), si è deciso di esordire con alcune FAQ rispondenti alle esigenze raccolte tra il pubblico, assai vario, degli aspiranti ad una conoscenza generale storica e dottrinaria del fenomeno "Stenografia" e delle sue relazioni con il mondo moderno della comunicazione.